In una intervista rilasciata a Gianna Fregonara del Corriere della Sera il Ministro Valditara spiego il senso di questa riforma che entrerà in vigore nell'anno scolastico 2026/27.
«Le nuove indicazioni nazionali pubblicate ieri entreranno in vigore dal settembre 2026, perché dobbiamo dare il tempo alle case editrici, ultimata la consultazione pubblica, di scrivere i nuovi libri di testo. I programmi delle scuole superiori cambieranno dall’anno successivo».
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara fa il punto su una delle riforme più importanti del suo mandato.
Torna il latino alle medie, anche se opzionale. Un suo vecchio pallino.
«Back to the future. Ora il latino diventa curriculare, ma opzionale».
Ci sarà un voto? Chi lo insegnerà e quando, visto che gli studenti vanno a scuola fino alle due del pomeriggio.
«Si tratta di un’ora alla settimana in più, che le scuole decideranno come inserire nell’orario. Farà parte del curriculum e quindi metteremo a disposizione le risorse umane necessarie. Sarà certamente valutato».
Perché il latino?
«Per quattro motivi: è una palestra di logica e abitua al ragionamento; come diceva Gramsci, abitua a studiare; aiuta a capire la grammatica e sintassi italiana e ad esprimersi meglio; è la testimonianza di una civiltà che ha condizionato la civiltà occidentale, la nostra».
Ecco l’Occidente. Anche il programma di Storia è tutto basato sull’Occidente.
«Perché è fondamentale capire chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. Dedicheremo due interi anni delle elementari a studiare i greci e i romani e l’impatto del Cristianesimo sul mondo classico».
E gli egizi e i fenici, i sumeri…
«Si studieranno come civiltà del Mediterraneo in terza elementare, dove si contrae la parte dedicata ai dinosauri e alla preistoria. E poi sarà raccomandata un’attenzione alla parte più recente della storia: dalla Seconda guerra mondiale alla fine del secolo scorso».
Nelle indicazioni si parla di storia come «grande narrazione» riducendo l’importanza dello studio del metodo scientifico basato sulle fonti per i bambini più piccoli. Non lo trova pericoloso nell’epoca della post verità?
«I più grandi studieranno le fonti ma per i bambini è più adeguata la narrazione, ovviamente usando le fonti».
La Bibbia è messa insieme a Iliade e Odissea come fonte storico/letteraria. E corretto mettere un testo religioso insieme al mito?
«La Bibbia come l’Iliade e l’Odissea è una grande testimonianza culturale. Penso all’Ulisse di James Joyces come ad un esempio di quanto vitale sia questa tradizione nella cultura europea. La Bibbia è a fondamento di molta parte della nostra arte, della nostra letteratura e della nostra musica. L’insegnante leggerà e commenterà con i bambini alcuni passi».
Perché il ritorno alla calligrafia e l’enfasi sul corsivo e sulle poesie a memoria?
«Mi sono capitati candidati all’esame di avvocato che scrivevano in stampatello perché non conoscevano il corsivo. Una realtà purtroppo molto diffusa fra i giovani. Lo stampatello è la calligrafia di chi urla, il corsivo di chi riflette. Le poesie servono per la memoria, che nell’epoca di internet e delle tecnologie digitali noi trascuriamo sempre di più. Gli studenti impareranno ad esprimersi meglio e a confrontarsi con le emozioni altrui. Poi io tengo molto al riassunto: serve ad andare al cuore dei problemi, è una forma di rispetto nei confronti dell’altro».
In che senso?
«Significa anche saper sintetizzare il proprio pensiero significa e quindi intrattenere con gli altri relazioni più chiare. La grammatica poi insegna l’ordine mentale, serve a introiettare la cultura della regola superando l’epoca dello spontaneismo espressivo».
Dopo il ritorno del latino alle medie cambierete anche il liceo classico, che è in crisi cronica di iscrizioni?
«È un liceo che va valorizzato, nella sua modernità. Può dare ancora molto ai nostri giovani».
Cambieranno anche i Pcto, la vecchia alternanza scuola lavoro?
«Saranno sempre più valorizzati nei nuovi percorsi del 4+2, la riforma sperimentale dell’istruzione tecnico-professionale. Gli cambieremo nome: si parlerà di Formazione scuola-lavoro».
Quante classi di questo percorso ci saranno?
«Le iscrizioni sono cresciute di due volte e mezzo. Abbiamo oltre 6400 richieste, 10 mila iscritti al prio biennio».
E il Made in Italy con 460 iscrizioni che futuro avrà?
«Le domande sono cresciute del 15 per cento. Dovremo finalizzarlo perché possa fornire le basi culturali per formare futuri manager».
E per gli insegnanti?
«Dall’anno prossimo il personale scolastico avrà un’assicurazione sanitaria complementare che potrà comportare fino a 3 mila euro di rimborsi all’anno. Ci sono 50 milioni a disposizione della trattativa per il contratto integrativo. Un’altra novità, attesa da venticinque anni, è la valutazione dei dirigenti, che avranno una parte della retribuzione collegata ai risultati».