Il Corriere della Sera nei giorni scorsi ha reso noto i contenuti del "Rapporto sulla evoluzione della scuola italiana da oggi al 2050" predisposto da Indire e presentato in occasione dell'dizione presso la “Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali della transizione demografica”, effettuata il 27 maggio 2025. Un documento di straordinaria ampiezza e complessità che merita di essere letto nella sua versione integrale.
Nel 2050 a scuola ci saranno meno bambini e più adulti: il calo
demografico continuo, l’aumento della percentuale di migranti nella
popolazione e le sfide del digitale e dell’intelligenza artificiale a
chi è già nel mondo del lavoro stanno già ridisegnando le classi e anche
le aule delle scuole italiane, che potrebbero da qui a venticinque anni
essere molto diverse da quelle di oggi. La grande minaccia, la chiusura
degli istituti per mancanza di studenti, grava soprattutto sulle aree
interne che sono a rischio spopolamento. Ma potrebbe non finire così.
Anzi, le piccole e piccolissime scuole e le pluriclassi - con studenti
di diverse età e grado di istruzione - potrebbero non essere più
un’eccezione faticosa per tenere aperti quei presidi culturali e sociali
che sono le scuole, ma un modello da esportare nelle periferie delle
grandi città per sostenere una rete ben distribuita di scuole in un
Paese che cambia ma che ha sempre più bisogno di specializzazione e
formazione a tutte le età.
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